L’ANTICO ALBERGO E LOCANDA DELL’ORSO
(Ettore Roesler Franz - 1878)
Il
presepio, ideato e realizzato completamente a mano da Mauro
Stradotto, è ispirato all’acquarello di Ettore Roesler Franz
“L’Antico Albergo e Locanda dell’Orso”
(è importante
precisare che non si tratta di un plastico o di un modellino. Il
lavoro è una libera interpretazione dell’autore, realizzata
attraverso documentazione iconografica e storica).
All'incontro di Via
dell'Orso con Via di Monte Brianzo, il prospetto molto modesto,
quasi anonimo, se non fosse per quella grande insegna, pare quasi
nascondere l’illustre storia di un albergo scritto a lettere d'oro
nell'ospitalità mondiale. Come clienti in quegli ambienti si parlò
persino di Dante e di tanti altri.
All'epoca del
dipinto, il locale sembra invece aver dimenticato le antiche glorie,
che tuttavia si possono riavvertire ancora nella lunga scritta, in
italiano e in francese, sulla bella "tavoletta" di legno. Al centro
campeggia la figura di un orso seduto e incatenato, al di sopra, in
lettere rosso-bruno, si legge: Albergo
e Locanda dell'Orso. Ai lati la scritta bilingue, "Vetture per lo
Stato e per l'Estero. Spedizioni di Mercanzie e cavalli da Tiro".
Appena
dieci anni dopo la veduta roesleriana, la magnifica insegna già non
esisteva più. Né si sa che fine abbia fatto. La contemporanea
costruzione dei muraglioni del Tevere portò anche in questa zona un
piccolo terremoto. Lo spazio viario adiacente all'albergo venne
incredibilmente ristretto, e gli approdi resi difficoltosi.
Dopo gli anni '30
l'Orso subì un restauro integrale perdendo completamente l’antico
aspetto, soprattutto nella facciata, e venne poi richiamato a nuova
vita come sede di un ristorante di prestigio.
Al centro della
scena raffigurata nel presepio si vede la
TORRE DETTA DELLA SCIMMIA
(Ettore Roesler Franz - 1896)
Torre medioevale
eretta in origine, sembra, dai Frangipane, sorge ad angolo tra Via
dell'Orso e Via dei Pianellari. Nella sua lunga storia ha cambiato
più volte “proprietario” passando prima agli Scappucci fino al
secolo XVI, poi ai Crescenzi, quindi alla Confraternita del
Gonfalone e alla Congregazione della Carità.
La
torre è entrata nell’immaginario popolare per numerose leggende, la
più famosa è quella della scimmia che rapì il piccolo figlio dei
signori residenti nell’edificio (per fortuna, con lieto fine).
Da
notare che, a differenza di molte altre antiche strutture, la torre
ha mantenuto ancora oggi l’aspetto ritratto da E.R.Franz!
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